Interviste tra fotografi: Laura Venezia intervista il fotografo Eolo Perfido
Laura Venezia, fotografa e giornalista di fama internazionale, ha inaugurato un ciclo di interviste dal titolo “Da un fotografo all’altro, da un giornalista all’altro”, un progetto ambizioso che esplora il rapporto tra fotografia, giornalismo, letteratura e bioetica. Attraverso queste conversazioni, Laura Venezia crea un ponte tra diverse forme di narrazione, mettendo in dialogo alcuni dei più grandi maestri della fotografia e della comunicazione visiva.
Il ciclo di interviste è nato dall’esigenza di approfondire il ruolo della fotografia nel mondo contemporaneo, in un’epoca segnata da crisi globali, trasformazioni culturali e rapide evoluzioni tecnologiche. La fotografia, secondo Laura Venezia, non è solo uno strumento per documentare la realtà, ma anche un mezzo di introspezione, di denuncia e di racconto.
Un ciclo di interviste con i maestri della fotografia
Laura Venezia ha già intervistato alcuni dei nomi più prestigiosi della fotografia internazionale, creando un archivio di testimonianze che spaziano dalla tecnica alla filosofia dell’immagine. Tra i protagonisti di questo ciclo di interviste spiccano Gianni Berengo Gardin, Steve McCurry, Letizia Battaglia e Alessio Romenzi, tutti fotografi di fama mondiale che hanno contribuito a definire il linguaggio fotografico moderno.
Gianni Berengo Gardin, noto per il suo stile documentaristico e per la capacità di catturare l’essenza della vita quotidiana italiana, ha parlato con Laura Venezia del potere della fotografia come strumento di memoria e di cambiamento sociale. “La fotografia è una forma di denuncia – ha spiegato Berengo Gardin – ma anche un atto di amore verso la realtà che ci circonda.”
Steve McCurry, celebre per il ritratto della “Ragazza afgana” pubblicato sul National Geographic, ha discusso con Laura Venezia il tema dell’identità e della memoria nei suoi lavori. McCurry ha sottolineato come la fotografia debba essere uno strumento di connessione tra le culture, capace di superare le barriere linguistiche e sociali.
Letizia Battaglia, icona della fotografia di denuncia, ha parlato dell’importanza di usare la fotografia come strumento per combattere l’ingiustizia. “Ho sempre usato la macchina fotografica come un’arma contro la mafia – ha dichiarato Battaglia – per restituire dignità alle vittime e per smascherare i colpevoli.”
L’incontro con Alessio Romenzi è stato invece incentrato sul tema della guerra e del ruolo del fotoreporter nei contesti di crisi. La mostra di Romenzi, “L’ultimo ballo. Vite sospese al tempo della guerra”, presentata all’interno di Molichrom: Festival della fotografia nomade, ha offerto lo spunto per una riflessione sul ruolo della fotografia di guerra nel documentare e raccontare i conflitti contemporanei.
L’intervista a Eolo Perfido: la fotografia tra arte e racconto
Tra le interviste più significative realizzate da Laura Venezia c’è quella con il fotografo francese Eolo Perfido, ritrattista e street photographer di fama internazionale, nonché direttore artistico di Molichrom: Festival della fotografia nomade. L’incontro tra Venezia e Perfido è stato un dialogo aperto sulla natura stessa della fotografia e sul suo rapporto con il giornalismo e la narrazione.
Laura Venezia ha aperto l’intervista con una domanda diretta: “La fotografia è più vicina alla pittura o alla letteratura?” Eolo Perfido ha risposto senza esitazioni: “La fotografia è più vicina alla letteratura. Ogni immagine racconta una storia, ogni scatto è una narrazione visiva che ha bisogno di essere interpretata e compresa.”
Perfido ha spiegato come la fotografia non sia mai una riproduzione oggettiva della realtà, ma una rappresentazione soggettiva, influenzata dalla sensibilità dell’autore e dal contesto in cui viene realizzata. “Quando scatto un ritratto – ha detto Perfido – non mi interessa solo l’estetica, ma anche l’emozione che riesco a catturare nello sguardo della persona che ho di fronte.”
Il tema della mostra di Molichrom, “L’ultimo ballo”, ha offerto l’occasione per riflettere sul ruolo della fotografia nei contesti di crisi. Perfido ha sottolineato come la fotografia debba essere uno strumento di memoria e di denuncia, capace di restituire voce a chi non ne ha. “Fotografare la guerra significa anche assumersi la responsabilità di raccontare la verità – ha spiegato – perché chi guarda una foto di guerra deve capire il dramma umano che si cela dietro quella immagine.”

Foto: Alessio Romenzi copyright Archivio Laura Venezia
Fotografia e giornalismo: un linguaggio comune
Uno degli aspetti centrali del ciclo di interviste di Laura Venezia è il legame tra fotografia e giornalismo. Secondo Laura, la fotografia è una forma di giornalismo visivo che ha il potere di raccontare la realtà in modo immediato e profondo. “Una fotografia può condensare in un solo istante la complessità di una storia – ha spiegato Laura – e questa capacità di sintesi è ciò che rende la fotografia simile al giornalismo.”
Durante il dialogo con Perfido, Laura ha esplorato il confine sottile tra realtà e interpretazione nella fotografia di reportage. “Un fotoreporter non è mai un testimone neutrale – ha detto Perfido – perché la scelta dell’inquadratura, della luce e del momento in cui scattare è già una forma di narrazione.”
Laura ha sottolineato come la fotografia contemporanea stia vivendo una fase di trasformazione profonda, spinta dall’avvento dei social media e dalla diffusione immediata delle immagini. “Oggi chiunque può scattare una foto e pubblicarla – ha osservato – ma la differenza tra una foto amatoriale e una fotografia di valore sta nella capacità di raccontare una storia.”
Il percorso di Laura Venezia
Laura Venezia è una figura di riferimento nel mondo della fotografia e del giornalismo. Nata a Campobasso il 22 giugno 1978, ha intrapreso un percorso accademico di alto livello, conseguendo una laurea in Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma e successivamente una laurea in Medicina e Chirurgia all’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti. Si è poi specializzata in Medicina Estetica e Rigenerativa presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Roma.
Nonostante il background accademico, Laura ha seguito la sua passione per la fotografia, costruendo una carriera prestigiosa nel campo del reportage e della documentazione fotografica. Ha collaborato con importanti agenzie di stampa e ha ottenuto l’accredito ai principali festival cinematografici internazionali, tra cui la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Festival di Cannes e la Festa del Cinema di Roma.
Un progetto di lungo respiro
Il ciclo di interviste di Laura Venezia rappresenta solo l’inizio di un progetto di lungo respiro. Nei prossimi mesi, Laura ha in programma nuove interviste con fotografi e giornalisti di fama internazionale, con l’obiettivo di creare un archivio di testimonianze che esplorino la fotografia da diverse angolazioni.
Laura Venezia si conferma così una protagonista della scena fotografica contemporanea, capace di coniugare sensibilità artistica, rigore giornalistico e capacità di analisi. Il suo lavoro è una testimonianza di come la fotografia possa essere non solo un’arte, ma anche uno strumento di conoscenza e di cambiamento sociale. Il suo ciclo di interviste è una finestra aperta sul mondo, uno spazio di dialogo e di confronto che continua a crescere e a evolversi.